I GIOVEDÌ DEL TEATRO GOBETTI
PROGRAMMA 2015 Via Martiri della Libertà 17 - San Mauro Torinese |
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15 GENNAIO MARGHERITA FUMERO E I FUMERI PER CASO - Evviva il Varietà
di Aurora Marenco - Regia di Margherita Fumero
di Aurora Marenco - Regia di Margherita Fumero
Con
Nicola Oliveri - Giuseppe Zummo - Maria
Occhiogrosso - Giorgia Lorusso - Imma
Schiena - Aurora Marenco - Gina Perrucci - Alessandra Arricale - Mariangela Cottone
- Serena Rosata - Vito Solitro - Federico Senes - Denise Ponzo - Massimo
Morretta - Giorgio Serra e Margherita Fumero
I Fumeri per Caso hanno preso alla lettera la definizione di Varietà: presentano uno spettacolo dove canto, recitazione e danza si fondono insieme, seguendo la magistrale regia di Margherita Fumero.
Lo spettacolo è un susseguirsi di risate con sketch, momenti di commozione, belle canzoni, dove gli artisti possono esprimersi al meglio delle loro abilità, legando il pubblico dal primo all'ultimo minuto.
Grandi voci che interpretano stupende canzoni saranno accompagnate da scene ballate o recitate, tanghi appassionati o balletti scanzonati, e scenette inedite completano questo spettacolo.
Divertirsi per divertire, creare un legame con il pubblico, portarlo a sentire non solo con le orecchie, ma anche con il cuore.
E infine la grande Margherita Fumero, per concludere lo spettacolo, entrerà in scena per interpretare una brillante farsa, con la partecipazione di Giorgio Serra, dando con la sua maestria e grande professionalità un tocco magico a tutto. Perché il teatro è... MAGIA
I Fumeri per Caso hanno preso alla lettera la definizione di Varietà: presentano uno spettacolo dove canto, recitazione e danza si fondono insieme, seguendo la magistrale regia di Margherita Fumero.
Lo spettacolo è un susseguirsi di risate con sketch, momenti di commozione, belle canzoni, dove gli artisti possono esprimersi al meglio delle loro abilità, legando il pubblico dal primo all'ultimo minuto.
Grandi voci che interpretano stupende canzoni saranno accompagnate da scene ballate o recitate, tanghi appassionati o balletti scanzonati, e scenette inedite completano questo spettacolo.
Divertirsi per divertire, creare un legame con il pubblico, portarlo a sentire non solo con le orecchie, ma anche con il cuore.
E infine la grande Margherita Fumero, per concludere lo spettacolo, entrerà in scena per interpretare una brillante farsa, con la partecipazione di Giorgio Serra, dando con la sua maestria e grande professionalità un tocco magico a tutto. Perché il teatro è... MAGIA
22 GENNAIO COMPAGNIA THEALTRO - Il marito di mio figlio
commedia brillante a tinte comiche di Daniele Falleri - Regia di M. Chionetti, E. Cravero, V. Stilla
Con Michele Giaquinto - Stefano Bonmassari -
Massimo Chionetti - Stefania Sirianni - Enrico Cravero - Patrizia Schneeberger -
Veronica Stilla
Classica commedia degli equivoci con il ritmo del più classico dei Vaudeville… che affronta un tabù moderno, ovvero “Il matrimonio gay”. Domani Giorgino e Michele (alias George & Michael) si sposano. Presi all’ultimo da uno scrupolo di coscienza, decidono di affrontare i rispettivi genitori convocandoli in casa loro per comunicargli la notizia.
Ma la rivelazione della propria omosessualità crea uno scompiglio che va oltre l’immaginazione dei due futuri sposi.
Un abile stravolgimento di fronte porta ad un escalation di colpi di scena e di situazioni comico/paradossali che ricalcano, a tratti, i dettami della commedia all’italiana. Le nozze saltano a colpi di sessualità confuse, amanti inaspettati, relazioni segrete e intrecci etero/omosessuali che non risparmiano neanche i genitori della ormai scoppiata coppia.
La commedia, nel più puro stile del Vaudeville, è occasione per Thealtro di leggere ed affrontare aspetti della vita affettiva che possono toccare tutti in modo trasversale ai generi, alle identità ed agli orientamenti sessuali, nell’ottica quella più “semplice” di tutte: quella della normalità dell’amore. La messa in scena punta, nel rispetto del testo originale, ad accompagnare lo spettatore attraverso le situazioni paradossali, tragicomiche e talora assurde che accompagnano due giovani sposi nel cammino verso l’altare, e poco importa alla fine che risuoni e rimbombi in teatro la frase: Vi dichiaro Marito e… Marito! E allora… se matrimonio ha da essere che matrimonio sia! Lontano dagli stereotipi e dall’eccesso per cui il panorama lgbt è spesso conosciuto, questo allestimento ne esalta invece il sapore più leggero, anche nei confronti delle situazioni più “spinose” e sulle quali forse pochi riderebbero.
Classica commedia degli equivoci con il ritmo del più classico dei Vaudeville… che affronta un tabù moderno, ovvero “Il matrimonio gay”. Domani Giorgino e Michele (alias George & Michael) si sposano. Presi all’ultimo da uno scrupolo di coscienza, decidono di affrontare i rispettivi genitori convocandoli in casa loro per comunicargli la notizia.
Ma la rivelazione della propria omosessualità crea uno scompiglio che va oltre l’immaginazione dei due futuri sposi.
Un abile stravolgimento di fronte porta ad un escalation di colpi di scena e di situazioni comico/paradossali che ricalcano, a tratti, i dettami della commedia all’italiana. Le nozze saltano a colpi di sessualità confuse, amanti inaspettati, relazioni segrete e intrecci etero/omosessuali che non risparmiano neanche i genitori della ormai scoppiata coppia.
La commedia, nel più puro stile del Vaudeville, è occasione per Thealtro di leggere ed affrontare aspetti della vita affettiva che possono toccare tutti in modo trasversale ai generi, alle identità ed agli orientamenti sessuali, nell’ottica quella più “semplice” di tutte: quella della normalità dell’amore. La messa in scena punta, nel rispetto del testo originale, ad accompagnare lo spettatore attraverso le situazioni paradossali, tragicomiche e talora assurde che accompagnano due giovani sposi nel cammino verso l’altare, e poco importa alla fine che risuoni e rimbombi in teatro la frase: Vi dichiaro Marito e… Marito! E allora… se matrimonio ha da essere che matrimonio sia! Lontano dagli stereotipi e dall’eccesso per cui il panorama lgbt è spesso conosciuto, questo allestimento ne esalta invece il sapore più leggero, anche nei confronti delle situazioni più “spinose” e sulle quali forse pochi riderebbero.
29 GENNAIO BALLETTO - Come in un sogno
Regia e coreografia di Mariachiara Cataldo
Con
Francesca Sapey - Michele Prudente -
Mariachiara Cataldo - Noemi Di Tondo - Emma Valenti - Elena Baritello -
Virginia Garino - Chiara Maniaci
Spettacolo ballato e recitato, che nasce dalla commistione di diverse favole della Disney. Ideato e coreografato da Mariachiara Cataldo, narra la storia di Anya e Dimitri, un principe trasformato in grillo a causa della maledizione di una strega malvagia, Ursula. I due protagonisti viaggiano attraverso strani mondi alla ricerca del controincantesimo che permetterà a Dimitri di tornare ad essere un uomo. Nonostante l'opposizione di Ursula e dei suoi seguaci, Anya e Dimitri si innamorano e riescono a sconfiggere con il loro amore la strega.
La storia del gruppo Siamo un gruppo di sette ragazze di diciassette anni e studiamo danza classica da circa 12 anni presso la scuola di danza D.A.M diretta da Daniela Chianini. La nostra scuola ci ha permesso di fare molte esperienze: attraverso stage e viaggi di studio abbiamo avuto la fortuna di poter lavorare con insegnanti e ballerini esperti: Angelo Murdocco e Simona Tartaglione, ballerini della compagnia di Béjart di Losanna. Abbiamo frequentato uno stage presso l'Accademia Rudra di Béjart a Losanna, preso lezione dal Maestro Michel Gascard, direttore dell'accademia, ex ballerino di Béjart. Abbiamo sperimentato il genere musical con Nadia Scherani, della Compagnia della Rancia, e l'hip-hop, con Giulio Evangelista.
Spettacolo ballato e recitato, che nasce dalla commistione di diverse favole della Disney. Ideato e coreografato da Mariachiara Cataldo, narra la storia di Anya e Dimitri, un principe trasformato in grillo a causa della maledizione di una strega malvagia, Ursula. I due protagonisti viaggiano attraverso strani mondi alla ricerca del controincantesimo che permetterà a Dimitri di tornare ad essere un uomo. Nonostante l'opposizione di Ursula e dei suoi seguaci, Anya e Dimitri si innamorano e riescono a sconfiggere con il loro amore la strega.
La storia del gruppo Siamo un gruppo di sette ragazze di diciassette anni e studiamo danza classica da circa 12 anni presso la scuola di danza D.A.M diretta da Daniela Chianini. La nostra scuola ci ha permesso di fare molte esperienze: attraverso stage e viaggi di studio abbiamo avuto la fortuna di poter lavorare con insegnanti e ballerini esperti: Angelo Murdocco e Simona Tartaglione, ballerini della compagnia di Béjart di Losanna. Abbiamo frequentato uno stage presso l'Accademia Rudra di Béjart a Losanna, preso lezione dal Maestro Michel Gascard, direttore dell'accademia, ex ballerino di Béjart. Abbiamo sperimentato il genere musical con Nadia Scherani, della Compagnia della Rancia, e l'hip-hop, con Giulio Evangelista.
05 FEBBRAIO RENATO LIPRANDI e FABRIZIO RIZZOLO - Medico per forza
di Molière - Regia di Antonio Valleggi
Con
Fabrizio Rizzolo - Franco Abba - Daniela De Pellegrin - Giusto Lo Piparo -
Fulvia Roggero - Barbara Novara - Cristiano Omedé e Renato Liprandi
Anno 1666 - l’azione si svolge in campagna.
Martina, stanca di subire le angherie del marito Sganarello, decide di vendicarsi facendo credere ai due servitori del signor Geronte, venuti in cerca di un medico per curare la strana malattia della figlia del loro padrone Lucinda, che proprio Sganarello sia un medico validissimo, ma così estroso da accettare di esercitare l’arte medicale solo se costretto a “forza di botte”.
Ne scaturisce una farsa molto divertente, un piccolo gioiello del teatro di tutti i tempi non da meno dei grandi capolavori quali l’Avaro o il Misantropo.
La società umana si divide per Molière in due schieramenti contrapposti, che si fronteggiano in eterno e formano il tragicomico spettacolo della vita: da una parte i grandi mistificatori che hanno come missione quella di vendere al prossimo false guarigioni, falso benessere corporale e spirituale... sono gli incantatori di sempre, i medici e gli avvocati, i politici e gli imbonitori; dall’altra parte i creduloni, i bonaccioni, quelli che non smettono mai di sognare che la società potrà essere più giusta, che la politica possa veramente aiutarci, che si potrà un domani vivere in modo più felice. Ma al centro, fra i due contrapposti, c’è un essere indiavolato e inafferrabile, che recita tutte le parti, crede a tutto e non crede a niente. Non è un personaggio di una farsa, ma l’uomo di tutte le metamorfosi, l’incarnazione del teatro, ovvero per noi “Sganarello”. Nel rappresentare questo cameo del teatro di Molière non possiamo rifuggire dalla tentazione di trasferire le maschere della Commedia in più attuali mostri cabarettistici, a ricordarci che nel teatro come nella vita fra televisioni e giornali, commedianti e “Tartufi” nel tempo “nulla cambia ma solo si deforma”.
Anno 1666 - l’azione si svolge in campagna.
Martina, stanca di subire le angherie del marito Sganarello, decide di vendicarsi facendo credere ai due servitori del signor Geronte, venuti in cerca di un medico per curare la strana malattia della figlia del loro padrone Lucinda, che proprio Sganarello sia un medico validissimo, ma così estroso da accettare di esercitare l’arte medicale solo se costretto a “forza di botte”.
Ne scaturisce una farsa molto divertente, un piccolo gioiello del teatro di tutti i tempi non da meno dei grandi capolavori quali l’Avaro o il Misantropo.
La società umana si divide per Molière in due schieramenti contrapposti, che si fronteggiano in eterno e formano il tragicomico spettacolo della vita: da una parte i grandi mistificatori che hanno come missione quella di vendere al prossimo false guarigioni, falso benessere corporale e spirituale... sono gli incantatori di sempre, i medici e gli avvocati, i politici e gli imbonitori; dall’altra parte i creduloni, i bonaccioni, quelli che non smettono mai di sognare che la società potrà essere più giusta, che la politica possa veramente aiutarci, che si potrà un domani vivere in modo più felice. Ma al centro, fra i due contrapposti, c’è un essere indiavolato e inafferrabile, che recita tutte le parti, crede a tutto e non crede a niente. Non è un personaggio di una farsa, ma l’uomo di tutte le metamorfosi, l’incarnazione del teatro, ovvero per noi “Sganarello”. Nel rappresentare questo cameo del teatro di Molière non possiamo rifuggire dalla tentazione di trasferire le maschere della Commedia in più attuali mostri cabarettistici, a ricordarci che nel teatro come nella vita fra televisioni e giornali, commedianti e “Tartufi” nel tempo “nulla cambia ma solo si deforma”.
19 FEBBRAIO STEFANO CLARI - Il deserto di Levi
Proiezione in anteprima del film e incontro con regista e attori
Con: Pietro Mossa, Antonio Cranco, Anna
Cuculo, Rossana Bena, Elisabetta Angelin, Michele Franco, Nicola Marchitiello, Salvatore Barbara, Diego Giuffrida, Giulio Liberati, Matteo Piccinini, Erica Landolfi
Levi Faldini ha paura della realtà che lo circonda a causa della sua insicurezza e della sua fragilità, paura che lo induce a vivere una gelida solitudine accentuata dalla morte del padre, unica figura a lui cara. Vive un attaccamento morboso nei confronti del proprio lavoro, per un semplice motivo: è l’unica cosa che ha, è l’unica cosa che lo tiene impegnato e gli permette di organizzare la propria vita secondo schemi rigidi. L’ordine domina la vita di Levi.
Un giorno, il datore di lavoro lo accusa di non svolgere correttamente il suo mestiere, facendo crollare l’unica certezza della sua desolata esistenza. Levi si trova ad affrontare la propria vita rendendosi conto, per la prima volta, di avere in mano le redini del proprio destino.
L’assenza di certezze e di ordine permetterà a Levi di scoprire una sua compassionevole umanità che rinnoverà la sua concezione di vita. Levi si troverà davanti a un bivio: da una parte un arido e desolato deserto e dall’altra la vita.
Levi Faldini ha paura della realtà che lo circonda a causa della sua insicurezza e della sua fragilità, paura che lo induce a vivere una gelida solitudine accentuata dalla morte del padre, unica figura a lui cara. Vive un attaccamento morboso nei confronti del proprio lavoro, per un semplice motivo: è l’unica cosa che ha, è l’unica cosa che lo tiene impegnato e gli permette di organizzare la propria vita secondo schemi rigidi. L’ordine domina la vita di Levi.
Un giorno, il datore di lavoro lo accusa di non svolgere correttamente il suo mestiere, facendo crollare l’unica certezza della sua desolata esistenza. Levi si trova ad affrontare la propria vita rendendosi conto, per la prima volta, di avere in mano le redini del proprio destino.
L’assenza di certezze e di ordine permetterà a Levi di scoprire una sua compassionevole umanità che rinnoverà la sua concezione di vita. Levi si troverà davanti a un bivio: da una parte un arido e desolato deserto e dall’altra la vita.
26 FEBBRAIO LUCIANO FERRARIS E IL SUO GRUPPO - Quelli che i… 60
Concerto musica anni ’60 e ’70
Concerto musica anni ’60 e ’70
Con
Marcella Di Marco - Vanni Betassa - Nuccio Capitta - Pierangelo Fiorelli -
Franco Perego - Davide Magrin -
Sebastiano Ferraris e Luciano Ferraris
Repertorio basato sulle canzoni più belle e più conosciute degli anni '60 e '70: Nomadi, Dik Dik, Camaleonti, Caterina Caselli, Beatles e molti altri.
Il complesso è formato da sette elementi: - Voce maschile: Luciano Ferraris - Voce femminile: Marcella Di Marco - Chitarra solista: Vanni Betassa - Chitarra Ritmica: Nuccio Capitta - Basso e voce: Pierangelo Fiorelli - Tastiera: Franco Perego - Batteria: Davide Magrin Supporter in alcune canzoni Sebastiano Ferraris al violino.
Repertorio basato sulle canzoni più belle e più conosciute degli anni '60 e '70: Nomadi, Dik Dik, Camaleonti, Caterina Caselli, Beatles e molti altri.
Il complesso è formato da sette elementi: - Voce maschile: Luciano Ferraris - Voce femminile: Marcella Di Marco - Chitarra solista: Vanni Betassa - Chitarra Ritmica: Nuccio Capitta - Basso e voce: Pierangelo Fiorelli - Tastiera: Franco Perego - Batteria: Davide Magrin Supporter in alcune canzoni Sebastiano Ferraris al violino.
05 MARZO CARLOTTA IOSSETTI - ANDREA BELTRAMO - GUIDO RUFFA Ciak ci girano!
Regia di Claudio Insegno
Carlotta Iossetti, Andrea Beltramo e Guido Ruffa, presentano un susseguirsi di esilaranti parodie, che accompagnano lo spettatore in una piacevole rassegna dei capolavori del cinema mondiale, dal primo film dei fratelli Lumiere, fino all'avvento del cinema 3D. Film, personaggi e star sono trasformati, talvolta ridicolizzati ma sempre con estremo rispetto, utilizzando la parodia per rendere omaggio a quelli che erano e restano capolavori del panorama cinematografico internazionale. Fanno da contorno, uno spassoso coinvolgimento del pubblico e spensierate canzoni ispirate al varietà. È uno spettacolo esilarante dedicato a un pubblico di tutte le età.
Con la partecipazione del personaggio di Magna Angiolina, direttamente da Primantenna Tv.
12 MARZO COMPAGNIA DIVAGO - Il misantropo
di Molière - Regia di Luciano Caratto
Con
Andrea Roggia - Gianluca Argentero - Massimiliano Montabone - Benedetta
Perego - Emanuela Morrone - Claudia Serra - Maurizio Pavese - Marco
Mantovani - Candida Ballario - Ezio Graziano
Molière racconta di Alceste, un uomo che, contro ogni consiglio e parere, non scende mai a compromessi, ponendo la sincerità al di sopra di tutto, e finendo naturalmente con l’urtare la suscettibile sensibilità dei propri simili e pagandone le conseguenze. Ma se il pessimo carattere di Alceste lo fa diventare ridicolo e comico, non è ridicolo ciò che appare per contrasto: la società è regolata da un complesso di menzogne, convenzioni, conformismi, condizionamenti e ipocrisie invincibili, e chi s’illude di poter cambiare gli uomini è destinato alla solitudine e al pubblico ludibrio.
Non c'è scampo per chi non si integra, sembra dire Molière. Non solo, ma anche la verità assoluta che Alceste reclama e pretende d'incarnare non è priva di punti deboli. Proprio l'universalità dei temi e dei caratteri rende possibile un allestimento in un tempo "senza tempo", che avvicini ancora di più il testo, decisamente attuale, alla nostra contemporaneità e quotidianità.
Molière racconta di Alceste, un uomo che, contro ogni consiglio e parere, non scende mai a compromessi, ponendo la sincerità al di sopra di tutto, e finendo naturalmente con l’urtare la suscettibile sensibilità dei propri simili e pagandone le conseguenze. Ma se il pessimo carattere di Alceste lo fa diventare ridicolo e comico, non è ridicolo ciò che appare per contrasto: la società è regolata da un complesso di menzogne, convenzioni, conformismi, condizionamenti e ipocrisie invincibili, e chi s’illude di poter cambiare gli uomini è destinato alla solitudine e al pubblico ludibrio.
Non c'è scampo per chi non si integra, sembra dire Molière. Non solo, ma anche la verità assoluta che Alceste reclama e pretende d'incarnare non è priva di punti deboli. Proprio l'universalità dei temi e dei caratteri rende possibile un allestimento in un tempo "senza tempo", che avvicini ancora di più il testo, decisamente attuale, alla nostra contemporaneità e quotidianità.
19 MARZO TEATRO DELLE DIECI - Procacciatori d’affari
un ricordo di Primo Levi – Regia di Massimo Scaglione
Con
Bruno Anselmino - Maria Paola Bardelli - Pietro Giau - Fulvia Roggero -
Vincenzo Santagata
Curioso e stimolante testo che ha per protagonista un “Non Nato”, il quale viene contattato per nascere sul pianeta Terra da tre emissari, commessi viaggiatori di lusso, con il compito di convincerlo attraverso immagini accattivanti, piene di promesse e allettamenti.
Ci sarà però qualcosa che non funzionerà nella loro esposizione.
Il “Non Nato” nascerà sulla Terra, ma alle sue condizioni.
Curioso e stimolante testo che ha per protagonista un “Non Nato”, il quale viene contattato per nascere sul pianeta Terra da tre emissari, commessi viaggiatori di lusso, con il compito di convincerlo attraverso immagini accattivanti, piene di promesse e allettamenti.
Ci sarà però qualcosa che non funzionerà nella loro esposizione.
Il “Non Nato” nascerà sulla Terra, ma alle sue condizioni.
26 MARZO TEATRO SECONDONOI - La bisbetica domata
di William Shakespeare - Regia di Patrizia Sorini
di William Shakespeare - Regia di Patrizia Sorini
Con
Luigino Allois - Antonino Barilla - Donatella Bert - Danilo Bonandin - Virginia
Cassetti -Bruno Castagna - Giuliana Castagneri - Giovanni Della Porta -
Valentina Gianotti - Silvana Manna - Maria Rita Nairi - Cinzia Quattrocchi
La vicenda è ambientata a Padova attorno alla casa del nobile Battista Minola, che ha due figlie: la maggiore, Caterina, la "bisbetica" appunto, che nessuno chiede in moglie, e la minore e dolce Bianca, corteggiata da Gremio e da Ortensio. Battista ha deciso che Bianca non potrà sposarsi finché non avrà trovato marito la sorella maggiore. I pretendenti di Bianca cercano allora di trovare un marito per Caterina e lo trovano nel veronese Petruccio, che, attratto dalla dote della fanciulla, non si lascia per nulla spaventare dal tremendo carattere di lei. Avviene un comico corteggiamento in cui Petruccio insiste nel trovare grazie e dolcezze nelle cattive risposte e nei maltrattamenti riservatigli da Caterina che alla fine delle commedia dimostrerà che il messaggio universale attraverso i secoli è quello di far credere agli uomini quello che loro vogliono sentirsi dire....
La regia ha spostato tutta la vicenda negli anni a cavallo del 1968 e 1970 durante la rivoluzione femminile per dimostrare l’attualità del contenuto e la continua e sempre viva e affascinante contrapposizione che esiste da sempre fra uomini e donne.
La vicenda è ambientata a Padova attorno alla casa del nobile Battista Minola, che ha due figlie: la maggiore, Caterina, la "bisbetica" appunto, che nessuno chiede in moglie, e la minore e dolce Bianca, corteggiata da Gremio e da Ortensio. Battista ha deciso che Bianca non potrà sposarsi finché non avrà trovato marito la sorella maggiore. I pretendenti di Bianca cercano allora di trovare un marito per Caterina e lo trovano nel veronese Petruccio, che, attratto dalla dote della fanciulla, non si lascia per nulla spaventare dal tremendo carattere di lei. Avviene un comico corteggiamento in cui Petruccio insiste nel trovare grazie e dolcezze nelle cattive risposte e nei maltrattamenti riservatigli da Caterina che alla fine delle commedia dimostrerà che il messaggio universale attraverso i secoli è quello di far credere agli uomini quello che loro vogliono sentirsi dire....
La regia ha spostato tutta la vicenda negli anni a cavallo del 1968 e 1970 durante la rivoluzione femminile per dimostrare l’attualità del contenuto e la continua e sempre viva e affascinante contrapposizione che esiste da sempre fra uomini e donne.
02 APRILE COMPAGNIA DEI CAMERLI - Shakespeare e le abitate notti
da ‘Se così vi piacciono’ di P. Berkman – Regia di Sonia Camerlo
da ‘Se così vi piacciono’ di P. Berkman – Regia di Sonia Camerlo
Con Alberto Fontana - Amalia
Chirico - Patrizia Boffito - Corrado Pumilia - Cinzia
Taurisano - Lucrezia Lovisato - Gabriella
Lupia - Valentina Gianotti - Mirella Berardino - Cinzia Paone
Un omaggio all'artista ma anche un modo per conoscere l'uomo, la sua vita. È un omaggio alle donne reali e immaginarie, a quelle donne che l' hanno amato e che lui ha amato; a quei personaggi e a quelle personalità, ora dolci, ora terribili che hanno abitato e nutrito la sua fantasia e sono divenute le indimenticabili protagoniste dei suoi capolavori.
Con l'aiuto dell' immaginazione abbiamo provato a completare un quadro che le fonti storiche e le analisi letterarie hanno lasciato in misteriosa penombra. In scena, oltre ai personaggi creati dalla fantasia del drammaturgo, oltre alle parole messe loro in bocca dal Bardo, conosceremo le personalità di queste donne destinate all'eternità. Scopriremo quello che pensano e che forse avrebbero potuto dire se le avessimo incontrate fuori dalla testa del Maestro-burattinaio.
Al pubblico resta il compito di sognare, sognare e sognare... nulla più.
Un omaggio all'artista ma anche un modo per conoscere l'uomo, la sua vita. È un omaggio alle donne reali e immaginarie, a quelle donne che l' hanno amato e che lui ha amato; a quei personaggi e a quelle personalità, ora dolci, ora terribili che hanno abitato e nutrito la sua fantasia e sono divenute le indimenticabili protagoniste dei suoi capolavori.
Con l'aiuto dell' immaginazione abbiamo provato a completare un quadro che le fonti storiche e le analisi letterarie hanno lasciato in misteriosa penombra. In scena, oltre ai personaggi creati dalla fantasia del drammaturgo, oltre alle parole messe loro in bocca dal Bardo, conosceremo le personalità di queste donne destinate all'eternità. Scopriremo quello che pensano e che forse avrebbero potuto dire se le avessimo incontrate fuori dalla testa del Maestro-burattinaio.
Al pubblico resta il compito di sognare, sognare e sognare... nulla più.
09 APRILE ACG - Festa di compleanno
di Giovanni Lavia - Regia di Anna Cuculo
Con
Albino Marino – Claudia Vianino – Roberto Briatta – Rossana Bena – Carla Grosso
– Antonio Cranco – Cristina Cantino e Anna Cuculo
In una famiglia di solida impostazione tradizionalista si verificano circostanze di sesso e di soldi, che metteranno a nudo la fragile struttura morale di quasi tutti i componenti. La situazione viene innescata da sentimenti di disprezzo e di invidia che si sono instaurati tra suocero e genero e troveranno culmine in un delitto, che riporterà un simulacro di pace. Il finale - a sorpresa…! - ricapitola i mali della famiglia moderna
In una famiglia di solida impostazione tradizionalista si verificano circostanze di sesso e di soldi, che metteranno a nudo la fragile struttura morale di quasi tutti i componenti. La situazione viene innescata da sentimenti di disprezzo e di invidia che si sono instaurati tra suocero e genero e troveranno culmine in un delitto, che riporterà un simulacro di pace. Il finale - a sorpresa…! - ricapitola i mali della famiglia moderna
16 APRILE COMPAGNIA IMPRESSIONANDO - Melting pot restaurant
tratto da ‘Cous cous club’ di Gianluca Papadia – Regia di Noemi Binda
Con Ivana Alutto – Alina Flutur – Dario Moscatello – Chiara
Ghirardotti – Teresa Albo – Mariano
Capra – Vilma Turletti – Katia Crisci
La privacy, ai giorni nostri, non esiste davvero più. Tutto ciò che facciamo viene filmato, ascoltato, registrato da milioni di telecamere e microfoni. È quello che scoprono, a loro spese, i proprietari
e i dipendenti del Melting Pot Restaurant, primo ristorante multi-etnico-igienista-naturalista del mondo.
Un giorno si presentano nel locale due misteriosi personaggi. Chi sono? E perché fanno tante domande? Susy, la titolare, fanatica dell'igiene e della perfezione fino all'eccesso, non ha dubbi: sono due ispettori dell'ASL; la sua socia invece, cuoca di origine russa, è convinta che provengano dall'ufficio immigrazione; la cameriera/contabile teme siano della finanza e il sommelier ubriacone crede siano due poliziotte. Come nel più classico dei misteri, la verità verrà a galla solo nel finale...
Una commedia leggera ma intelligente, che ironizza su quanto in questa società così schiacciata dalle pratiche burocratiche e appesantita da molte forme di controllo, persino essere troppo onesti possa essere pericoloso.
La privacy, ai giorni nostri, non esiste davvero più. Tutto ciò che facciamo viene filmato, ascoltato, registrato da milioni di telecamere e microfoni. È quello che scoprono, a loro spese, i proprietari
e i dipendenti del Melting Pot Restaurant, primo ristorante multi-etnico-igienista-naturalista del mondo.
Un giorno si presentano nel locale due misteriosi personaggi. Chi sono? E perché fanno tante domande? Susy, la titolare, fanatica dell'igiene e della perfezione fino all'eccesso, non ha dubbi: sono due ispettori dell'ASL; la sua socia invece, cuoca di origine russa, è convinta che provengano dall'ufficio immigrazione; la cameriera/contabile teme siano della finanza e il sommelier ubriacone crede siano due poliziotte. Come nel più classico dei misteri, la verità verrà a galla solo nel finale...
Una commedia leggera ma intelligente, che ironizza su quanto in questa società così schiacciata dalle pratiche burocratiche e appesantita da molte forme di controllo, persino essere troppo onesti possa essere pericoloso.
23 APRILE LA BOTTEGA DEGLI SPECCHI - E la mela fu
di Carola Corgnati - Regia di Carola Corgnati
Con Viola Massone - Franco Giura - Marco Roccisano - Paola Scarzella
Il primo racconto di una relazione di coppia, scene da un matrimonio primordiale.
L’uomo e la donna si scontrano e si incontrano: già da subito emergono le differenze nel modo di agire e di pensare e quanto siano incomprensibili, per l’uno e per l’altra, i rispettivi universi.
Eppure… con una profonda consapevolezza e accettazione delle rispettive diversità, attraverso l’amore, l’uomo e la donna affrontano le difficoltà della vita reale con le sue gioie e dolori e imparano a vivere insieme, completandosi.
Una visione sul mondo e sulla vita, che fa riflettere sul fatto che, dalla creazione ad oggi, i rapporti fra i due sessi non sono poi così cambiati.
Il primo racconto di una relazione di coppia, scene da un matrimonio primordiale.
L’uomo e la donna si scontrano e si incontrano: già da subito emergono le differenze nel modo di agire e di pensare e quanto siano incomprensibili, per l’uno e per l’altra, i rispettivi universi.
Eppure… con una profonda consapevolezza e accettazione delle rispettive diversità, attraverso l’amore, l’uomo e la donna affrontano le difficoltà della vita reale con le sue gioie e dolori e imparano a vivere insieme, completandosi.
Una visione sul mondo e sulla vita, che fa riflettere sul fatto che, dalla creazione ad oggi, i rapporti fra i due sessi non sono poi così cambiati.
30 APRILE OFFICINA04 - Il grande Inquisitore
di Raffaella Caruso - Regia di Raffaella Caruso
Con Albino Marino e Paolo Mazzini
Una originale interpretazione del racconto “Il grande Inquisitore” contenuto nel romanzo di Dostoevskij I fratelli Karamazov.
È impossibile valutare Dostoevskij unicamente come letterato senza scorgere nelle sue opere un puntuale e moderno pensiero filosofico, antropologico e politico.
La scena è calcata da due personaggi più uno: Il Grande Inquisitore, un Uomo, più una Presenza metafisica… forse Cristo, forse l’essenza dell’umanità o qualcos’altro che starà al pubblico intuire.
Oggi il potere non appartiene più, come nel XVI secolo, al ministero ecclesiastico della Santa Inquisizione. Oggi la leva della società ruota intorno al nuovo perno del mercato e dell’evoluzione tecnologica. Per questi motivi la vicenda da noi raccontata si svolge nel nostro tempo ed è ambientata nel palazzo della più forte Corporation al mondo la cui guida suprema è il Grande Inquisitore. Questi regge il proprio potere economico, politico e la propria fama apparentemente senza macchia su una terrificante menzogna, solo a lui nota. Qualora quest’ombra venisse alla luce, il dominio del Grande Inquisitore e della sua Corporation crollerebbe portando con sé, nel baratro, anche gli Stati che ad essa hanno demandato il controllo dei propri servizi (acqua, sanità, mezzi pubblici, telefonia e quant’altro).
A camminare sul filo del baratro è l’Uomo, vice del Grande Inquisitore, che scopre la misteriosa menzogna e minaccia di renderla pubblica.
Durante una tormentata notte, però, il Grande Inquisitore riceve una visita tanto inaspettata quanto misteriosa…
Una originale interpretazione del racconto “Il grande Inquisitore” contenuto nel romanzo di Dostoevskij I fratelli Karamazov.
È impossibile valutare Dostoevskij unicamente come letterato senza scorgere nelle sue opere un puntuale e moderno pensiero filosofico, antropologico e politico.
La scena è calcata da due personaggi più uno: Il Grande Inquisitore, un Uomo, più una Presenza metafisica… forse Cristo, forse l’essenza dell’umanità o qualcos’altro che starà al pubblico intuire.
Oggi il potere non appartiene più, come nel XVI secolo, al ministero ecclesiastico della Santa Inquisizione. Oggi la leva della società ruota intorno al nuovo perno del mercato e dell’evoluzione tecnologica. Per questi motivi la vicenda da noi raccontata si svolge nel nostro tempo ed è ambientata nel palazzo della più forte Corporation al mondo la cui guida suprema è il Grande Inquisitore. Questi regge il proprio potere economico, politico e la propria fama apparentemente senza macchia su una terrificante menzogna, solo a lui nota. Qualora quest’ombra venisse alla luce, il dominio del Grande Inquisitore e della sua Corporation crollerebbe portando con sé, nel baratro, anche gli Stati che ad essa hanno demandato il controllo dei propri servizi (acqua, sanità, mezzi pubblici, telefonia e quant’altro).
A camminare sul filo del baratro è l’Uomo, vice del Grande Inquisitore, che scopre la misteriosa menzogna e minaccia di renderla pubblica.
Durante una tormentata notte, però, il Grande Inquisitore riceve una visita tanto inaspettata quanto misteriosa…
07 MAGGIO COMPAGNIA IL GIGLIO - Le allegre comari di Windsor
di William Shakespeare - Regia di Rossana Dassetto Daidone
Con
Federica Berruti - Tilli Costa Bioletti - Renato Cavallero - Daniela De
Pellegrin - Andrea Germano - Albino Marino - Francesco Pieretto - Ottavia
Pieretto - Paola Turello - Federico Scarpino - Luigi Vanzo
Shakespeare scrisse questa commedia in pochissimi giorni, intorno all’anno 1600, su richiesta della Regina Elisabetta, che era rimasta talmente divertita dal personaggio di Falstaff nell Ernico IV, da chiedere all’autore di farlo rivivere in un’altra opera.
Il corpulento, smargiasso e spiantato Cavaliere Giovanni Falstaff scrive due lettere identiche a due ricche e avvenenti donne di Windsor, con l’intento di spillar loro qualche quattrino. Le due donne, scoperto l’inganno di un così poco nobile corteggiamento, decidono di vendicarsi e danno l’avvio a una serie di punizioni dal sapore farsesco e dal ritmo frenetico, fatto di equivoci, scambi di persona, tradimenti e beffe reciproche.
Nel susseguirsi delle burle si intreccia anche la vicenda della diciottenne Anna Page, che per volere dei suoi genitori non può liberamente unirsi in matrimonio con il suo innamorato, poiché il padre vuole che, per interesse, lei sposi l’imbranato nipote del Giudice Shallow, e la madre invece, per puro prestigio, l’attempato Dottor Caio.
È attraverso lo sguardo candido e puro di questa ragazzina in lotta per avere ragione del suo amore che scorgiamo le conseguenze di una mentalità chiusa, bigotta e moralista, in cui Giovanni Falstaff, rappresenta un divertente Capro Espiatorio di un mondo corrotto, popolato di traditori, farabutti, ingannatori e ingannati.
È uno dei pochi testi di Shakespeare che non porta in scena le vicende aristocratiche degli intrighi di corte, ma ironizza sugli affanni quotidiani di una comunità che vive all’ombra della Corte stessa, svelandoci le debolezze e le colpe di una società in crisi.
Shakespeare scrisse questa commedia in pochissimi giorni, intorno all’anno 1600, su richiesta della Regina Elisabetta, che era rimasta talmente divertita dal personaggio di Falstaff nell Ernico IV, da chiedere all’autore di farlo rivivere in un’altra opera.
Il corpulento, smargiasso e spiantato Cavaliere Giovanni Falstaff scrive due lettere identiche a due ricche e avvenenti donne di Windsor, con l’intento di spillar loro qualche quattrino. Le due donne, scoperto l’inganno di un così poco nobile corteggiamento, decidono di vendicarsi e danno l’avvio a una serie di punizioni dal sapore farsesco e dal ritmo frenetico, fatto di equivoci, scambi di persona, tradimenti e beffe reciproche.
Nel susseguirsi delle burle si intreccia anche la vicenda della diciottenne Anna Page, che per volere dei suoi genitori non può liberamente unirsi in matrimonio con il suo innamorato, poiché il padre vuole che, per interesse, lei sposi l’imbranato nipote del Giudice Shallow, e la madre invece, per puro prestigio, l’attempato Dottor Caio.
È attraverso lo sguardo candido e puro di questa ragazzina in lotta per avere ragione del suo amore che scorgiamo le conseguenze di una mentalità chiusa, bigotta e moralista, in cui Giovanni Falstaff, rappresenta un divertente Capro Espiatorio di un mondo corrotto, popolato di traditori, farabutti, ingannatori e ingannati.
È uno dei pochi testi di Shakespeare che non porta in scena le vicende aristocratiche degli intrighi di corte, ma ironizza sugli affanni quotidiani di una comunità che vive all’ombra della Corte stessa, svelandoci le debolezze e le colpe di una società in crisi.
14 MAGGIO COMPAGNIA BUNDÌ CEREA - Ulisse Saturno farmacista notturno
di Amendola e Corbucci - Regia di Sonia Camerlo
Con Michel Massa - Anna Vesco - Giovanni Picotto -
Luigi Sefusatti - Valentina Duretto - Giovanni Polidoro -
Ippolito Aprigliano - Cinzia Paone - Gianni Cavallotti
In una farmacia del Piemonte, con il turno di notte, fra l'andirivieni dei clienti, uno scambio accidentale genera situazioni comico-grottesche che coinvolgono via via vari personaggi. Emma, la titolare della farmacia, vedova e piena di pregiudizi, è convinta che sua figlia Paola abbia deciso di sposarsi con la persona sbagliata. Il farmacista Ulisse, timido galantuomo, è da sempre innamorato di Emma. Quinto Primo, ciclista amatoriale, perennemente affamato, contrariamente al suo nome arriva sempre ultimo. Il vigile notturno Luigi, amico di Ulisse, parla sempre a sproposito. E poi ci sono i clienti: Margherita Lavagna, isterica premurosa, Temistocle Boasso, costantemente affetto da torcicollo, i coniugi Goffi, eterni smemorati, e Carlo Alberto Tamagnone, affetto da un 'particolare' stato di fatto.
Dopo una tremenda nottata, al sorgere del sole, il lieto fine torna a segnare il sereno
In una farmacia del Piemonte, con il turno di notte, fra l'andirivieni dei clienti, uno scambio accidentale genera situazioni comico-grottesche che coinvolgono via via vari personaggi. Emma, la titolare della farmacia, vedova e piena di pregiudizi, è convinta che sua figlia Paola abbia deciso di sposarsi con la persona sbagliata. Il farmacista Ulisse, timido galantuomo, è da sempre innamorato di Emma. Quinto Primo, ciclista amatoriale, perennemente affamato, contrariamente al suo nome arriva sempre ultimo. Il vigile notturno Luigi, amico di Ulisse, parla sempre a sproposito. E poi ci sono i clienti: Margherita Lavagna, isterica premurosa, Temistocle Boasso, costantemente affetto da torcicollo, i coniugi Goffi, eterni smemorati, e Carlo Alberto Tamagnone, affetto da un 'particolare' stato di fatto.
Dopo una tremenda nottata, al sorgere del sole, il lieto fine torna a segnare il sereno
21 MAGGIO THE NEW JAKI O' MUSIC BAND - Let me tell you a song - Ti racconto una canzone
Teatro - canzone di Monica Carelli
Con Corrado Pumilia e la Band: voce Monica Carelli - chitarre Paolo Sesti e
Valter Barbera - tastiere Alberto Trevisiol - batteria Davide Chiavicatti -
basso Pino Lamedica
LA STORIA NELLA MUSICA DI TRE GENERAZIONI
Un appassionante viaggio nel tempo attraverso il racconto di un uomo che vive il mutare della storia e della sua storia, al ritmo delle più belle canzoni che hanno scritto la nascita e l'evoluzione della popular music in Italia, Gran Bretagna e Stati Uniti d'America. Lo spettacolo unisce il genere del teatro con quello della canzone. I musicisti della band The new Jaki O'music band, con la voce narrante di un attore, si misureranno sul palco con i grandi classici della musica che hanno accompagnato almeno tre generazioni, mentre le immagini sullo schermo racconteranno i momenti storici salienti attraverso i decenni catturando orecchi, occhi e cuore del pubblico che non potrà resistere al ritmo coinvolgente delle canzoni.
Si passerà così dal Trio Lescano (Tulipan) a Carosone (Tu vuo’ fa’ l'americano), dal rock di Elvis e Chuck Berry ai Queen (The how must go on) passando per Ray Charles ed Aretha Franklin (Respect), fino ai Pink Floyd (Another brick in the wall) e i classici italiani con Mina (Amor mio) e Battisti (10 ragazze).
Tra una canzone e l'altra, l'attore farà da fil rouge raccontando la propria storia, legando gli avvenimenti più importanti della sua vita alle note delle canzoni.
Ho voluto raccontare una storia - spiega Monica Carelli, la voce del gruppo e autrice dei testi - attraverso le canzoni che rappresentano per tutti i momenti importanti della vita, per dimostrare che anche se ogni generazione ha la propria musica, le emozioni che abbiamo vissuto hanno una radice e un passato che ci accomuna. Ed ecco che due generazioni, quella del nonno e del giovane nipote trovano nella musica un linguaggio comune in cui ritrovarsi.
LA STORIA NELLA MUSICA DI TRE GENERAZIONI
Un appassionante viaggio nel tempo attraverso il racconto di un uomo che vive il mutare della storia e della sua storia, al ritmo delle più belle canzoni che hanno scritto la nascita e l'evoluzione della popular music in Italia, Gran Bretagna e Stati Uniti d'America. Lo spettacolo unisce il genere del teatro con quello della canzone. I musicisti della band The new Jaki O'music band, con la voce narrante di un attore, si misureranno sul palco con i grandi classici della musica che hanno accompagnato almeno tre generazioni, mentre le immagini sullo schermo racconteranno i momenti storici salienti attraverso i decenni catturando orecchi, occhi e cuore del pubblico che non potrà resistere al ritmo coinvolgente delle canzoni.
Si passerà così dal Trio Lescano (Tulipan) a Carosone (Tu vuo’ fa’ l'americano), dal rock di Elvis e Chuck Berry ai Queen (The how must go on) passando per Ray Charles ed Aretha Franklin (Respect), fino ai Pink Floyd (Another brick in the wall) e i classici italiani con Mina (Amor mio) e Battisti (10 ragazze).
Tra una canzone e l'altra, l'attore farà da fil rouge raccontando la propria storia, legando gli avvenimenti più importanti della sua vita alle note delle canzoni.
Ho voluto raccontare una storia - spiega Monica Carelli, la voce del gruppo e autrice dei testi - attraverso le canzoni che rappresentano per tutti i momenti importanti della vita, per dimostrare che anche se ogni generazione ha la propria musica, le emozioni che abbiamo vissuto hanno una radice e un passato che ci accomuna. Ed ecco che due generazioni, quella del nonno e del giovane nipote trovano nella musica un linguaggio comune in cui ritrovarsi.
27 MAGGIO UNIPOP - Percorsi Teatrali di AA. VV.
a cura dei docenti dell’Università Popolare di Torino
28 MAGGIO UNIPOP - Percorsi Teatrali di AA. VV.
a cura dei docenti dell’Università Popolare di Torino
04 GIUGNO COMPAGNIA DEI SALTAPASTI - Camere da Letto
di Alan Aykbourn - Regia di Luca Buggio
Con Andrea Abati - Elisa Albicenti - Giorgia
Beghetti - Alessio Bosca - Antonella Greco - Mauro Maltoni - Valentina Vetrò -
Fabio Zappitelli
Le camere da letto in scena sono tre: quella di Delia ed Ernest, che festeggiano l’anniversario di matrimonio recandosi al solito ristorante che li fa mangiar male e li rapina sul conto; quella dell'infortunato Nick e della sua consorte, Jan, esasperata dall’amore presente e proiettata verso la nostalgia di quello passato; quella di Malcom e Kate, che decidono di inaugurare il loro nido d’amore con una festa destinata ad andare a rotoli. Il pudico desiderio delle tre coppie di andare a dormire viene impedito a causa della quarta coppia, Trevor e Susannah, che tormentati dalle proprie nevrosi si inseriscono nell’incastro mandando in frantumi i nervi delle altre. Una commedia brillante sulla precarietà dei rapporti umani, la difficoltà di dialogo tra genitori e figli, le nevrosi e le gioie dei rapporti coniugali; uno spaccato di vita quotidiana scritto dal maestro dello humor anglosassone, Alan Aykbourn.
Le camere da letto in scena sono tre: quella di Delia ed Ernest, che festeggiano l’anniversario di matrimonio recandosi al solito ristorante che li fa mangiar male e li rapina sul conto; quella dell'infortunato Nick e della sua consorte, Jan, esasperata dall’amore presente e proiettata verso la nostalgia di quello passato; quella di Malcom e Kate, che decidono di inaugurare il loro nido d’amore con una festa destinata ad andare a rotoli. Il pudico desiderio delle tre coppie di andare a dormire viene impedito a causa della quarta coppia, Trevor e Susannah, che tormentati dalle proprie nevrosi si inseriscono nell’incastro mandando in frantumi i nervi delle altre. Una commedia brillante sulla precarietà dei rapporti umani, la difficoltà di dialogo tra genitori e figli, le nevrosi e le gioie dei rapporti coniugali; uno spaccato di vita quotidiana scritto dal maestro dello humor anglosassone, Alan Aykbourn.
11 GIUGNO CLAUDIO BONDIOLI E LA COMITIVA CARILLON IN CONCERTO - Guarda che storia ’sta vita
Storie, emozioni e ricordi da un’altra Torino
Storie, emozioni e ricordi da un’altra Torino
Con la Band: Elena Manzone (voce) -
Edoardo Pascale (voce, chitarra elettrica, semiacustica e flamenca) - Yehudi
Furiàn Canalia (rullante, cajon, woodblacks, cabasa, tablas, guiro, cimbali,
triangolo) - Davide Cambursano (contrabbasso) - Pierpaolo Berta (organetto
cromatico e clarino) - Cristiano Blasi (flauto traverso, irish tin
whistle)
Ci sono parole ritrovate.
Sono quelle che arrivano “di dentro”, come direbbe Eduardo. Non ho conosciuto il giovane Bond (Claudio Bondioli), ero troppo giovane anch’io. Solo qualche foto che lo ritrae con capelli lunghi, pollice alzato sulla strada, un violino a guancia e una passione per i bardi d’Irlanda.
Ho conosciuto Claudio in una sorta di staffetta, quando lui, dopo centinaia di titoli, testi, motti brillanti, calembour, rime, metafore, mi disse un giorno “Scrivi tu che sei più fresco, io sono stanco di quelle parole”. Si riferiva a quelle di consumo, le aveva consumate tutte.
Ma tre mesi fa mi guardò di sguardo nuovo, acceso: sai, sto scrivendo canzoni, senti questa… Ed eccole, le parole nuove ma antiche, le parole ritrovate mai perse solo celate nel cuore.
Ne vien fuori un mondo che ricordo eccome! Le piole i tarocchi i compagni il bicchiere, gli eroi antichi solitari burberi e buoni. Ma per me viene fuori “il Bond”, la sua malinconia gioiosa. Quella di chi sa che la vita è come un treno: a volte ci stai sopra e la guardi dal finestrino, a volte stai in stazione e la vedi solo passare, e allora lavori d’immaginazione.
Un mondo però arricchito, un mondo meticcio di suoni e atmosfere e colori che sono la magia della Bond Band: così non ci si incontra per caso, no! Ci si arriva ognuno con valigie di jazz, di blues, di rock’n roll, di storie di menestrelli e chansonnier ormai in circolo nel sangue, e par che ci sia dati appuntamento proprio lì, per celebrare… che cosa?
Grazie, Bond. Grazie a voi, signori musicisti. Queste sono parole e canzoni che restano; agli amici e a tutti quelli che le vorranno ascoltare.
Paolo Messerklinger (compagno di parole)
Ci sono parole ritrovate.
Sono quelle che arrivano “di dentro”, come direbbe Eduardo. Non ho conosciuto il giovane Bond (Claudio Bondioli), ero troppo giovane anch’io. Solo qualche foto che lo ritrae con capelli lunghi, pollice alzato sulla strada, un violino a guancia e una passione per i bardi d’Irlanda.
Ho conosciuto Claudio in una sorta di staffetta, quando lui, dopo centinaia di titoli, testi, motti brillanti, calembour, rime, metafore, mi disse un giorno “Scrivi tu che sei più fresco, io sono stanco di quelle parole”. Si riferiva a quelle di consumo, le aveva consumate tutte.
Ma tre mesi fa mi guardò di sguardo nuovo, acceso: sai, sto scrivendo canzoni, senti questa… Ed eccole, le parole nuove ma antiche, le parole ritrovate mai perse solo celate nel cuore.
Ne vien fuori un mondo che ricordo eccome! Le piole i tarocchi i compagni il bicchiere, gli eroi antichi solitari burberi e buoni. Ma per me viene fuori “il Bond”, la sua malinconia gioiosa. Quella di chi sa che la vita è come un treno: a volte ci stai sopra e la guardi dal finestrino, a volte stai in stazione e la vedi solo passare, e allora lavori d’immaginazione.
Un mondo però arricchito, un mondo meticcio di suoni e atmosfere e colori che sono la magia della Bond Band: così non ci si incontra per caso, no! Ci si arriva ognuno con valigie di jazz, di blues, di rock’n roll, di storie di menestrelli e chansonnier ormai in circolo nel sangue, e par che ci sia dati appuntamento proprio lì, per celebrare… che cosa?
Grazie, Bond. Grazie a voi, signori musicisti. Queste sono parole e canzoni che restano; agli amici e a tutti quelli che le vorranno ascoltare.
Paolo Messerklinger (compagno di parole)
26 GIUGNO LAB T 10
8 OTTOBRE LABORATORIO TEATRALE DI CAMBIANO - Una Pura Formalità
di Pascal Quignant - regia di Roberto Russello
di Pascal Quignant - regia di Roberto Russello
Con Albino Marino – Roberto Russello – Fabrizio Gola – Elia De Nittis – Alberto Piroddi – una comparsa
È possibile uccidere e poi dimenticarsi?
In una notte squarciata dalla pioggia, un uomo viene fermato mentre vaga senza meta, senza un riparo e senza documenti; i gendarmi non possono fare altro che condurlo al piccolo commissariato di zona e trattenerlo, in attesa dell'arrivo del commissario.
Chi è quest'uomo? Qual è la sua storia? Quale segreto nasconde? Che cosa è accaduto quella notte?
Questo l'ingrato e complicato compito che spetta al commissario: riuscire a ricomporre il puzzle della strana e ingarbugliata notte, confidando nella propria esperienza e nel proprio mestiere, districandosi tra le sospette amnesie dell'interrogato e i pochi indizi a disposizione.
La notte trascorrerà all'insegna di colpi di scena e rivelazioni, che man mano muteranno gli scenari insinuando il dubbio nelle certezze dei protagonisti, costretti, dai ruoli, su sentieri separati come due rette parallele in un percorso che sembra senza fine.
Ma è proprio in questi casi estremi che l'imponderabile offrirà una soluzione, una via d'uscita, un punto rivelatore e definitivo per arrivare alla verità.
“Una Pura formalità” può considerarsi un noir a tutto tondo, con una trama che si sviluppa in uno spazio-tempo teatralmente perfetto, rispettando i canoni e le atmosfere di un classico poliziesco con interrogatori, azione e colpi di scena.
Vede contrapporsi due protagonisti che incarnano profondamente le contraddizioni dell'animo umano, a loro volta circondati da personaggi la cui presenza risulta essenziale nel viaggio alla scoperta della verità.
È uno spettacolo d'atmosfera, che nasce con l'intento di far respirare allo spettatore le stesse emozioni vissute dai protagonisti sul palco, la speranza di avvolgerlo con la forza della suspense supportata da musiche e luci d'ambiente, tanto da farlo sentire parte integrante dello spettacolo.
È possibile uccidere e poi dimenticarsi?
In una notte squarciata dalla pioggia, un uomo viene fermato mentre vaga senza meta, senza un riparo e senza documenti; i gendarmi non possono fare altro che condurlo al piccolo commissariato di zona e trattenerlo, in attesa dell'arrivo del commissario.
Chi è quest'uomo? Qual è la sua storia? Quale segreto nasconde? Che cosa è accaduto quella notte?
Questo l'ingrato e complicato compito che spetta al commissario: riuscire a ricomporre il puzzle della strana e ingarbugliata notte, confidando nella propria esperienza e nel proprio mestiere, districandosi tra le sospette amnesie dell'interrogato e i pochi indizi a disposizione.
La notte trascorrerà all'insegna di colpi di scena e rivelazioni, che man mano muteranno gli scenari insinuando il dubbio nelle certezze dei protagonisti, costretti, dai ruoli, su sentieri separati come due rette parallele in un percorso che sembra senza fine.
Ma è proprio in questi casi estremi che l'imponderabile offrirà una soluzione, una via d'uscita, un punto rivelatore e definitivo per arrivare alla verità.
“Una Pura formalità” può considerarsi un noir a tutto tondo, con una trama che si sviluppa in uno spazio-tempo teatralmente perfetto, rispettando i canoni e le atmosfere di un classico poliziesco con interrogatori, azione e colpi di scena.
Vede contrapporsi due protagonisti che incarnano profondamente le contraddizioni dell'animo umano, a loro volta circondati da personaggi la cui presenza risulta essenziale nel viaggio alla scoperta della verità.
È uno spettacolo d'atmosfera, che nasce con l'intento di far respirare allo spettatore le stesse emozioni vissute dai protagonisti sul palco, la speranza di avvolgerlo con la forza della suspense supportata da musiche e luci d'ambiente, tanto da farlo sentire parte integrante dello spettacolo.
15 OTTOBRE BROCCHI DA CARRETTA - Immortalis Ghotic Musical
Testo e regia di Francesca Gnan
Testo e regia di Francesca Gnan
Con Francesca Gnan – Filippo Cropanese – Alessandro Battezzato – Elisa Gili – Pino De Luca – Patrizia Noschese – Monica Stanzione
Un uomo, un giovane prete, dilaniato tra l’amore e il senso del dovere, al punto da vivere una doppia vita; una donna, una femme fatale, che è insieme vittima e carnefice; su di loro, la longa manusdella Chiesa inquisitoria del XVIII secolo, con le sue luci e le sue ombre.
Liberamente ispirato al romanzo breve La morte amoureusedi ThéophileGautier, la storia di un amore immortale, tra dannazione e redenzione, eros e thanatos, mistero e suspense, in un’inedita atmosfera gotica, in cui la musica e la danza giocano un ruolo di primo piano.
Una vicenda appassionante, in cui passato e presente, sogno e realtà, bene e male si incontrano, si fondono e riportano poco per volta alla luce verità dimenticate, di cui gli stessi protagonisti sono all’oscuro e che si riveleranno solo nel finale, quando sarà ormai chiaro che niente è come sembra…
I Brocchi da Carretta mettono in scena uno spettacolo intenso e coinvolgente, in un crescendo di tensione e colpi di scena, che terrà lo spettatore con il fiato sospeso fino all’ultima battuta.
Un uomo, un giovane prete, dilaniato tra l’amore e il senso del dovere, al punto da vivere una doppia vita; una donna, una femme fatale, che è insieme vittima e carnefice; su di loro, la longa manusdella Chiesa inquisitoria del XVIII secolo, con le sue luci e le sue ombre.
Liberamente ispirato al romanzo breve La morte amoureusedi ThéophileGautier, la storia di un amore immortale, tra dannazione e redenzione, eros e thanatos, mistero e suspense, in un’inedita atmosfera gotica, in cui la musica e la danza giocano un ruolo di primo piano.
Una vicenda appassionante, in cui passato e presente, sogno e realtà, bene e male si incontrano, si fondono e riportano poco per volta alla luce verità dimenticate, di cui gli stessi protagonisti sono all’oscuro e che si riveleranno solo nel finale, quando sarà ormai chiaro che niente è come sembra…
I Brocchi da Carretta mettono in scena uno spettacolo intenso e coinvolgente, in un crescendo di tensione e colpi di scena, che terrà lo spettatore con il fiato sospeso fino all’ultima battuta.
22 OTTOBRE PORTO D'ARTI - La Cena Dei Single
Testo e regia di Renato Liprandi
Testo e regia di Renato Liprandi
Con Claudia Vianino – Paola Palombo – Anna Brandino – Sabrina Scaduto – Davide Manta – Fabio Clarino – Renato Liprandi
Sette amici, una volta l’anno, si ritrovano per la commemorazione della morte di un loro caro amico, Sergio, avvenuta anni addietro per suicidio. Ripercorrendo date e aneddoti i commensali tracciano luci e ombre sulla figura dello scomparso. La conversazione brillante e amichevole, però, a un certo punto rileva aspetti della morte di Sergio poco chiari. Si scopre, a poco a poco, che nessuno dei presenti è ciò che mostra di essere. E allora, suicidio o delitto? Sergio si è tolto la vita o è stato ucciso? Così, una semplice cena di ricorrenza trasforma sentimenti, relazioni e legami. Il passato di ognuno ritorna con prepotenza e nulla è più come prima.
Ne scaturisce una serie di colpi di scena che mettono a nudo, uno dopo l’altro, i vari personaggi, fino al finale, incredibile e sorprendente!
“La Cena dei Single” è un giallo psicologico dove l’intreccio, più che portare lo spettatore a scoprire il presunto colpevole, evidenzia l’evolversi dei drammi interiori dei vari personaggi. Il tema, tuttavia, pur approfondito nei risvolti psicologici, è trattato con ironia: non mancano, quindi, momenti di esilarante brillantezza di linguaggio, divertenti situazioni comiche e gag paradossali, per portare lo spettatore, con leggerezza, verso il finale.
La Cena dei Single è un testo tailor-made, cucito dall’autore sugli attori e messo a punto, in un lavoro corale, dalla compagnia stessa.
Sette amici, una volta l’anno, si ritrovano per la commemorazione della morte di un loro caro amico, Sergio, avvenuta anni addietro per suicidio. Ripercorrendo date e aneddoti i commensali tracciano luci e ombre sulla figura dello scomparso. La conversazione brillante e amichevole, però, a un certo punto rileva aspetti della morte di Sergio poco chiari. Si scopre, a poco a poco, che nessuno dei presenti è ciò che mostra di essere. E allora, suicidio o delitto? Sergio si è tolto la vita o è stato ucciso? Così, una semplice cena di ricorrenza trasforma sentimenti, relazioni e legami. Il passato di ognuno ritorna con prepotenza e nulla è più come prima.
Ne scaturisce una serie di colpi di scena che mettono a nudo, uno dopo l’altro, i vari personaggi, fino al finale, incredibile e sorprendente!
“La Cena dei Single” è un giallo psicologico dove l’intreccio, più che portare lo spettatore a scoprire il presunto colpevole, evidenzia l’evolversi dei drammi interiori dei vari personaggi. Il tema, tuttavia, pur approfondito nei risvolti psicologici, è trattato con ironia: non mancano, quindi, momenti di esilarante brillantezza di linguaggio, divertenti situazioni comiche e gag paradossali, per portare lo spettatore, con leggerezza, verso il finale.
La Cena dei Single è un testo tailor-made, cucito dall’autore sugli attori e messo a punto, in un lavoro corale, dalla compagnia stessa.
29 OTTOBRE CHAT NOIR - Gaslight
di Patrick Hamilton - Regia di Noemi Binda
di Patrick Hamilton - Regia di Noemi Binda
Con Valentina Gianotti – Alessandro Arese – Maria Grazia di Paolo – Francesco Gallo – Maria Venezia – Loredana Armanni
Bella è una donna che soffre di disturbi nervosi perché suo marito, Jack, cerca lentamente e deliberatamente di portarla alla pazzia. Jack è quasi riuscito nel suo proposito, quando arrivano in aiuto della donna l'ispettore Rough e l'arguta vicina di casa Miss Teapot. Rough crede che Jack sia responsabile di un omicidio avvenuto anni prima a danno di una vecchia e ricca vedova. Un thriller psicologico ambientato nel periodo vittoriano, che racchiude un importante messaggio contro la violenza sulle donne: da questo testo teatrale ha infatti origine il termine medico Gaslighting, che indica una tecnica di crudele ed infida manipolazione mentale, esercitata spesso fra le mura domestiche.
Bella è una donna che soffre di disturbi nervosi perché suo marito, Jack, cerca lentamente e deliberatamente di portarla alla pazzia. Jack è quasi riuscito nel suo proposito, quando arrivano in aiuto della donna l'ispettore Rough e l'arguta vicina di casa Miss Teapot. Rough crede che Jack sia responsabile di un omicidio avvenuto anni prima a danno di una vecchia e ricca vedova. Un thriller psicologico ambientato nel periodo vittoriano, che racchiude un importante messaggio contro la violenza sulle donne: da questo testo teatrale ha infatti origine il termine medico Gaslighting, che indica una tecnica di crudele ed infida manipolazione mentale, esercitata spesso fra le mura domestiche.
5 NOVEMBRE AUTUNNO MUSICALE - Concerto Klezmer & Gypsy Music
SHTETL Ydele’srecollections
Mishkalé è una realtà ormai consolidata della world music nazionale, tra i primi gruppi italiani a dedicarsi, con quindici anni di attività, ai suoni provenienti dell’Est europeo.
Si presenta come una tipica orchestrina itinerante (Kapelye), sette musicisti che offrono musiche inebrianti, struggenti, vorticose. Con melodie e ritmi tipici il gruppo porta lo scompiglio dove si trova, facendo ricorso ad un fitto repertorio di brani musicali di origine klezmer, yiddish e gitani, usciti dalle ricche tradizioni di quei popoli che per secoli hanno convissuto nei paesi dell’Europa dell’Est, protagonisti di magnifiche contaminazioni reciproche.
Il clima che si crea ai concerti è per il pubblico coinvolgente, pregno di intensità e vitalità. Fuori dagli schemi e dai cliché, il gruppo si muove tra i suoni e i generi con l’allegra libertà dei “musicisti nomadi” inseguendo soltanto la propria ispirazione per creare una musica eclettica, aperta e curiosa, senza frontiere e limiti di nessun genere in un continuo gioco sul filo dell’imprevedibile.
“SHTETL!” era il villaggio ebraico dell'est Europa, quel mondo a tratti fantastico e avvolto da un fascino malinconico. In questo spettacolo rivive, attraverso la musica klezmer, le canzoni in yiddish e i racconti.
Ha all’attivo tre produzioni discografiche: MISHKALE’ Klezmer & Gipsy Music” 2005 -“TANZ TANZ” 2010 - “SHTETL! Yidele’s recollections” 2015
SHTETL Ydele’srecollections
Mishkalé è una realtà ormai consolidata della world music nazionale, tra i primi gruppi italiani a dedicarsi, con quindici anni di attività, ai suoni provenienti dell’Est europeo.
Si presenta come una tipica orchestrina itinerante (Kapelye), sette musicisti che offrono musiche inebrianti, struggenti, vorticose. Con melodie e ritmi tipici il gruppo porta lo scompiglio dove si trova, facendo ricorso ad un fitto repertorio di brani musicali di origine klezmer, yiddish e gitani, usciti dalle ricche tradizioni di quei popoli che per secoli hanno convissuto nei paesi dell’Europa dell’Est, protagonisti di magnifiche contaminazioni reciproche.
Il clima che si crea ai concerti è per il pubblico coinvolgente, pregno di intensità e vitalità. Fuori dagli schemi e dai cliché, il gruppo si muove tra i suoni e i generi con l’allegra libertà dei “musicisti nomadi” inseguendo soltanto la propria ispirazione per creare una musica eclettica, aperta e curiosa, senza frontiere e limiti di nessun genere in un continuo gioco sul filo dell’imprevedibile.
“SHTETL!” era il villaggio ebraico dell'est Europa, quel mondo a tratti fantastico e avvolto da un fascino malinconico. In questo spettacolo rivive, attraverso la musica klezmer, le canzoni in yiddish e i racconti.
Ha all’attivo tre produzioni discografiche: MISHKALE’ Klezmer & Gipsy Music” 2005 -“TANZ TANZ” 2010 - “SHTETL! Yidele’s recollections” 2015
12 NOVEMBRE ACG - La sfera di cristallo
di Giancarlo Guerreri - Regia di Anna Cuculo
di Giancarlo Guerreri - Regia di Anna Cuculo
Con Rossana Bena – Claudia Vianino – Albino Marino – Roberto Briatta – Anna Cuculo
Una figura di donna, una Strega, esprime considerazioni sui massimi sistemi e agisce come deus ex machina, apportando piccoli ma concreti aggiustamenti della vicenda narrata. Un grande orologio domina la zona occupata dalla Strega.
A casa di Ermengarda, Maria racconta di un suo sogno che riguarda Arturo, loro comune amico.
Compare Arturo che racconta un suo sogno molto realistico: un ricordo di una vita passata, che entrambi hanno vissuto nel ’600.
Il giorno seguente Maria torna a casa di Ermengarda e le racconta un altro sogno che sembra essere in relazione con quello di Arturo, ma Ermengarda è molto infastidita da queste rivelazioni.
Il giorno seguente però è proprio Ermengarda a fare un sogno particolare: si tratta di un sogno simbolico durante il quale viene divorata da una leonessa e partorita dalla stessa creatura.
Maria invita Anacleto, un amico esperto di sogni, affinché possa proporre un’interpretazione.
Ermengarda riceve una lettera da un individuo conosciuto in Egitto dodici anni prima, con il quale ebbe una relazione. Decide di realizzare una sorta di gioco rispondendo come se la loro relazione non si fosse mai interrotta. Dopo varie vicissitudini epistolari però Ermengarda, che non comprende bene se si tratti di un scherzo o di uno gioco del destino, gli scrive dicendo di voler chiudere la storia.
Giulio risponde con una mail disperata: non si rassegna, verrà a cercarla.
Ermengarda pare riconsiderare la cosa e si apre verso l’amore.
La strega sembra sconfitta, cade a terra esanime. Suonano alla porta, Ermengarda si alza lentamente per vedere chi è.
Una figura di donna, una Strega, esprime considerazioni sui massimi sistemi e agisce come deus ex machina, apportando piccoli ma concreti aggiustamenti della vicenda narrata. Un grande orologio domina la zona occupata dalla Strega.
A casa di Ermengarda, Maria racconta di un suo sogno che riguarda Arturo, loro comune amico.
Compare Arturo che racconta un suo sogno molto realistico: un ricordo di una vita passata, che entrambi hanno vissuto nel ’600.
Il giorno seguente Maria torna a casa di Ermengarda e le racconta un altro sogno che sembra essere in relazione con quello di Arturo, ma Ermengarda è molto infastidita da queste rivelazioni.
Il giorno seguente però è proprio Ermengarda a fare un sogno particolare: si tratta di un sogno simbolico durante il quale viene divorata da una leonessa e partorita dalla stessa creatura.
Maria invita Anacleto, un amico esperto di sogni, affinché possa proporre un’interpretazione.
Ermengarda riceve una lettera da un individuo conosciuto in Egitto dodici anni prima, con il quale ebbe una relazione. Decide di realizzare una sorta di gioco rispondendo come se la loro relazione non si fosse mai interrotta. Dopo varie vicissitudini epistolari però Ermengarda, che non comprende bene se si tratti di un scherzo o di uno gioco del destino, gli scrive dicendo di voler chiudere la storia.
Giulio risponde con una mail disperata: non si rassegna, verrà a cercarla.
Ermengarda pare riconsiderare la cosa e si apre verso l’amore.
La strega sembra sconfitta, cade a terra esanime. Suonano alla porta, Ermengarda si alza lentamente per vedere chi è.
19 NOVEMBRE LA BASCULANTE COMPAGNIA DELL’OCA LURDA - Studio su Romeo e Giulietta
da William Shakespeare - Regia di Gabriele Valente
da William Shakespeare - Regia di Gabriele Valente
Con Matteo Francescato – CostanaHardouin – Andrea Clodoveo – Maria Cardone – Serena Pasino – Jessica Manero – Valter Fusero –Luisa Fusero – Fabio Raducci
Romeo e Giulietta non è una storia d'amore, è una faida in cui a un certo punto s'inserisce di traverso una storia d'amore. Sangue è la parola chiave: il sangue dei morti e il sangue dell'amore, sangue che ribolle di passione sia per la violenza sia per l'amore. Tutti esercitano la violenza, anche Romeo e Giulietta perché sono calati, anche loro, nella violenza che li circonda. Non la contestano, o meglio non possono contestarla, perché nemmeno la riconoscono; semplicemente a un certo punto ne divengono, loro malgrado, vittime. I nostri R&G sono vittime della violenza di misere persone in un piccolo paese "alla periferia dell'impero", che però a loro appare del tutto normale: infatti Romeo non va dal principe a chiedere giustizia per la morte di Mercuzio, ma è lui stesso a trasformarsi in assassino, giustiziando letteralmente Tebaldo. La violenza muove le fila di questa vicenda e travolge tutto e tutti: Giulietta chiede comprensione al padre che non le faccia sposare Paride, poi aiuto alla madre gelida come il ghiaccio e infine viene tradita vigliaccamente dalla balia; a quel punto è disposta a uccidersi di fronte a frate Lorenzo se anche lui l'abbandonasse; ma padre Lorenzo sarà colpevole d'incapacità con la sua scellerata macchinazione. In un mondo dove gli adulti non riescono a essere una vera guida, i giovani corrono ignari verso la propria distruzione, senza sapere perché: Shakespeare ci dice nel prologo solamente "from ancient grudge", per un antico e sconosciuto rancore.
L'amore ha il merito di evidenziare fino a che punto tutti erano sprofondati nella cieca violenza, ma mentre tutti intorno inneggiano alla violenza, qualcuno si renderà conto davvero che è scorso del sangue?
Romeo e Giulietta non è una storia d'amore, è una faida in cui a un certo punto s'inserisce di traverso una storia d'amore. Sangue è la parola chiave: il sangue dei morti e il sangue dell'amore, sangue che ribolle di passione sia per la violenza sia per l'amore. Tutti esercitano la violenza, anche Romeo e Giulietta perché sono calati, anche loro, nella violenza che li circonda. Non la contestano, o meglio non possono contestarla, perché nemmeno la riconoscono; semplicemente a un certo punto ne divengono, loro malgrado, vittime. I nostri R&G sono vittime della violenza di misere persone in un piccolo paese "alla periferia dell'impero", che però a loro appare del tutto normale: infatti Romeo non va dal principe a chiedere giustizia per la morte di Mercuzio, ma è lui stesso a trasformarsi in assassino, giustiziando letteralmente Tebaldo. La violenza muove le fila di questa vicenda e travolge tutto e tutti: Giulietta chiede comprensione al padre che non le faccia sposare Paride, poi aiuto alla madre gelida come il ghiaccio e infine viene tradita vigliaccamente dalla balia; a quel punto è disposta a uccidersi di fronte a frate Lorenzo se anche lui l'abbandonasse; ma padre Lorenzo sarà colpevole d'incapacità con la sua scellerata macchinazione. In un mondo dove gli adulti non riescono a essere una vera guida, i giovani corrono ignari verso la propria distruzione, senza sapere perché: Shakespeare ci dice nel prologo solamente "from ancient grudge", per un antico e sconosciuto rancore.
L'amore ha il merito di evidenziare fino a che punto tutti erano sprofondati nella cieca violenza, ma mentre tutti intorno inneggiano alla violenza, qualcuno si renderà conto davvero che è scorso del sangue?
26 NOVEMBRE AUTUNNO MUSICALE: Post Elettronica
Matteo Negrin in concerto
Matteo Negrin in concerto
Post Elettronica è ciò che rimane dopo dieci anni di musica elettronica. È quello che succede quando si fa musica con strumenti tradizionali adottando l'estetica dei sintetizzatori.
“Post Elettronica Vol. 1” (Sounday, 2014) è un prodotto di musica elettronica registrato utilizzando unicamente suoni provenienti da una chitarra classica e dalla voce di Negrin.
Contiene il singolo “Goin’ on” firmato da Matteo Negrin&JoshSanfelici, oltre a 7 brani della letteratura elettronica degli ultimi 30 anni.
"Mi sono abbeverato alla fonte della musica elettronica per dieci lunghi anni. Ho ascoltato suoni che solo l'immaginazione di un DJ poteva concepire. Ho visto giovani ballare fino alle sei del mattino su ritmi sempre più veloci. Ho aspettato che il popolo della notte facesse ritorno a casa. Ne sono uscito solo, nudo, con una chitarra fra le mani. E ho cercato qualcosa da suonare."
“Post Elettronica Vol. 1” (Sounday, 2014) è un prodotto di musica elettronica registrato utilizzando unicamente suoni provenienti da una chitarra classica e dalla voce di Negrin.
Contiene il singolo “Goin’ on” firmato da Matteo Negrin&JoshSanfelici, oltre a 7 brani della letteratura elettronica degli ultimi 30 anni.
"Mi sono abbeverato alla fonte della musica elettronica per dieci lunghi anni. Ho ascoltato suoni che solo l'immaginazione di un DJ poteva concepire. Ho visto giovani ballare fino alle sei del mattino su ritmi sempre più veloci. Ho aspettato che il popolo della notte facesse ritorno a casa. Ne sono uscito solo, nudo, con una chitarra fra le mani. E ho cercato qualcosa da suonare."
3 DICEMBRE I MELANNURCA - Sabato, Domenica e Lunedì
di Eduardo De Filippo - Regia di Antonio Giuliano
di Eduardo De Filippo - Regia di Antonio Giuliano
Con Maria Castaldo – Ester Calvano – Antonio Giuliano – Pietro Trippodo – Giuseppe Palatrasio – Massimiliano Trippodo – Maria Amalfitano – Anna Donadoni – Massimiliano Esposito – Salvatore Vastola – Enzo Massari – Annamaria Melchionna – Onofrio Papaccio – Giovanni Marigliano – Elisa Oliva – Gaetano D’Afiero – Giovanni Papaccio – Filomena Veniero
Scritta nel 1959, i tre atti corrispondono alle tre giornate del titolo. Come in tutte le commedie di Eduardo, la famiglia è la vera protagonista: quella che negli anni Sessanta poteva ancora essere vista come una grande famiglia all’antica, dove tre generazioni, nonni, figli, nipoti, più i fidanzati, gli zii, i domestici affezionati e vicini, vivono insieme. Una commedia (o forse tragicommedia) sempre attuale, che fa pensare, che tocca il cuore del pubblico, che si immedesima nei protagonisti.
È il ragù napoletano il filo conduttore dello spettacolo: questo tradizionale pranzo domenicale di una qualsiasi famiglia napoletana.
Eduardo ha diretto e interpretato tutte le sue grandi commedie per la TV: una prima serie in bianco e nero nei primi anni Sessanta, una seconda a colori negli anni ’70. Oggi queste opere sono facilmente reperibili in DVD, fatta eccezione per ‘Sabato, domenica e lunedì’, in quanto è andata persa la copia della versione che Eduardo realizzò per la RAI nel 1962.
Tra le rappresentazioni celebri di questa commedia citiamo quella dell’OldVicTheatre di Londra, con Laurence Olivier e la regia di Franco Zeffirelli.
Scritta nel 1959, i tre atti corrispondono alle tre giornate del titolo. Come in tutte le commedie di Eduardo, la famiglia è la vera protagonista: quella che negli anni Sessanta poteva ancora essere vista come una grande famiglia all’antica, dove tre generazioni, nonni, figli, nipoti, più i fidanzati, gli zii, i domestici affezionati e vicini, vivono insieme. Una commedia (o forse tragicommedia) sempre attuale, che fa pensare, che tocca il cuore del pubblico, che si immedesima nei protagonisti.
È il ragù napoletano il filo conduttore dello spettacolo: questo tradizionale pranzo domenicale di una qualsiasi famiglia napoletana.
Eduardo ha diretto e interpretato tutte le sue grandi commedie per la TV: una prima serie in bianco e nero nei primi anni Sessanta, una seconda a colori negli anni ’70. Oggi queste opere sono facilmente reperibili in DVD, fatta eccezione per ‘Sabato, domenica e lunedì’, in quanto è andata persa la copia della versione che Eduardo realizzò per la RAI nel 1962.
Tra le rappresentazioni celebri di questa commedia citiamo quella dell’OldVicTheatre di Londra, con Laurence Olivier e la regia di Franco Zeffirelli.
10 DICEMBRE COMPAGNIA DEI SALTAPASTI - Canto di Natale
di Charles Dickens - Regia di Antonello Panero e Luca Buggio
di Charles Dickens - Regia di Antonello Panero e Luca Buggio
Con Maria Castaldo – Ester Calvano – Antonio Giuliano – Pietro Trippodo – Giuseppe Palatrasio – Massimiliano
1843. È la vigilia di Natale nella Londra del XIX secolo: EbenezerScrooge, un vecchio e avido banchiere, lavora nel suo ufficio maltrattando il suo impiegato e scacciando a male parole coloro che cercano di risvegliare in lui lo spirito natalizio. Quella notte gli appariranno, come in un sogno, quattro fantasmi. Prima il suo vecchio socio d’affari, condannato a una terribile pena per l’eternità, lo avvertirà dei pericoli di una vita senza amore e compassione per il prossimo. Dopo di lui, tre spiriti condurranno Scrooge attraverso il tempo, Presente Passato e Futuro, per fargli rivedere la sua vita e prospettargli quella che lo aspetta. Un classico natalizio senza tempo, nato dalla fantasia di Charles Dickens, amato da lettori di ogni età e di ogni epoca.
1843. È la vigilia di Natale nella Londra del XIX secolo: EbenezerScrooge, un vecchio e avido banchiere, lavora nel suo ufficio maltrattando il suo impiegato e scacciando a male parole coloro che cercano di risvegliare in lui lo spirito natalizio. Quella notte gli appariranno, come in un sogno, quattro fantasmi. Prima il suo vecchio socio d’affari, condannato a una terribile pena per l’eternità, lo avvertirà dei pericoli di una vita senza amore e compassione per il prossimo. Dopo di lui, tre spiriti condurranno Scrooge attraverso il tempo, Presente Passato e Futuro, per fargli rivedere la sua vita e prospettargli quella che lo aspetta. Un classico natalizio senza tempo, nato dalla fantasia di Charles Dickens, amato da lettori di ogni età e di ogni epoca.
Il Corpo Filarmonico è garanzia di tradizione e musica da oltre centoventi anni a San Mauro Torinese. Una formazione musicale che ha proposto e che si attiva continuamente per proporre buona musica rivolta alla cittadinanza. I cinquanta e oltre musici che compongono questa orchestra di fiati presenteranno un programma musicale che abbraccia molti generi musicali: dalle composizioni originali alle trascrizioni di musica colta, a adattamenti tratti da musical, alla musica sacra fino ai temi di carattere natalizio, essendo questo il concerto di scambio degli auguri.
“Christmas Crackers”, così è denominato lo spettacolo di quest’anno, vuole essere “scoppiettante” proprio come quei gadget natalizi di tradizione anglosassone, quelle finte caramelle che tirandone le estremità producono un piccolo botto e contengono una sorpresa; un programma coinvolgente e moderatamente “pirotecnico”!
Maurizio Mallen – direttore.
“Christmas Crackers”, così è denominato lo spettacolo di quest’anno, vuole essere “scoppiettante” proprio come quei gadget natalizi di tradizione anglosassone, quelle finte caramelle che tirandone le estremità producono un piccolo botto e contengono una sorpresa; un programma coinvolgente e moderatamente “pirotecnico”!
Maurizio Mallen – direttore.
17 DICEMBRE COMPAGNIA ESIA - Seduta di spirito
di Vanessa Pagliano da Spirito allegro di Noel Coward
Regia di Vanessa Pagliano e Antonio Pietro Nevolo
di Vanessa Pagliano da Spirito allegro di Noel Coward
Regia di Vanessa Pagliano e Antonio Pietro Nevolo
Con Susanna Corniglia – Salvatore Ragusa – Michela Poletti – Angela Vitulli – Tonia Lombardo – Giuliana Rigassio – Bianca Pezzini
Narra la storia di un famoso ed affermato scrittore inglese di nome Carlo, che per documentarsi sul genere spiritico/mistico vuole fare una seduta spiritica.
Alla seduta partecipano Carlo, la sua seconda moglie Ruth, la dottoressa Bradman, l’elettrica cameriera Edith e la nipote Vivian, adolescente, svogliata e alla ricerca di se stessa.
La seduta spiritica, che servirà a Carlo per delineare il personaggio chiave del suo prossimo romanzo, è gestita dalla maldestra e buffa Madame Arcati.
La medium evoca il suo spirito guida, una dispettosa bambina, che a sua volta evoca un altro spirito: quello di Elvira, prima moglie dello scrittore, donna dal comportamento e atteggiamento completamente opposti al carattere dell'attuale moglie.
Lo scompiglio nella casa regna sovrano: Madame Arcati non riesce a rimandare indietro lo spirito di Elvira e comincia così una divertente serie di scherzi e di misteriosi accadimenti. Tuttavia, un giorno, Elvira esagera un po' e finisce con l'uccidere Ruth, manomettendo i freni della macchina e causandone l'uscita di strada. Gli spiriti delle due donne cominciano quindi a litigare e combinare disastri, costringendo Carlo ad abbandonare la casa.
Sulla partenza del protagonista si chiude la commedia.
Narra la storia di un famoso ed affermato scrittore inglese di nome Carlo, che per documentarsi sul genere spiritico/mistico vuole fare una seduta spiritica.
Alla seduta partecipano Carlo, la sua seconda moglie Ruth, la dottoressa Bradman, l’elettrica cameriera Edith e la nipote Vivian, adolescente, svogliata e alla ricerca di se stessa.
La seduta spiritica, che servirà a Carlo per delineare il personaggio chiave del suo prossimo romanzo, è gestita dalla maldestra e buffa Madame Arcati.
La medium evoca il suo spirito guida, una dispettosa bambina, che a sua volta evoca un altro spirito: quello di Elvira, prima moglie dello scrittore, donna dal comportamento e atteggiamento completamente opposti al carattere dell'attuale moglie.
Lo scompiglio nella casa regna sovrano: Madame Arcati non riesce a rimandare indietro lo spirito di Elvira e comincia così una divertente serie di scherzi e di misteriosi accadimenti. Tuttavia, un giorno, Elvira esagera un po' e finisce con l'uccidere Ruth, manomettendo i freni della macchina e causandone l'uscita di strada. Gli spiriti delle due donne cominciano quindi a litigare e combinare disastri, costringendo Carlo ad abbandonare la casa.
Sulla partenza del protagonista si chiude la commedia.